Della prima parte di 'Sward art
on-line' si è già abbondantemente parlato, tuttavia non si può
parlare della seconda se prima non si fa un passo indietro.
Premetto che non amo né i fantasy, né
i VMMORPG, o come diavolo si chiamano. In ogni caso, in passato
alcune serie a tema fantasy erano riuscite a catturare la mia
attenzione, cosa che SAO non ha fatto.
Cercherò di essere sintetica il più
possibile: SAO, personalmente, penso sia un anime tendente allo
shojo, con vaghe componenti fantasy. Ambientato sì in un gioco, ma
che altro non è che uno slice of life.
Principalmente, nella prima parte, ho
riscontrato tre grosse pecche:
1-I personaggi.
2-la narrazione frettolosa.
3- tante parole, pochi fatti.
I personaggi non hanno un carattere,
bensì delle etichette. Kirito è l'eroe indiscusso. Non perde, non
demorde, è il fulcro della vicenda e dell'attenzione di coloro che
lo circondano. In base alle circostanze e alle situazioni in cui si
ritrova, Kirito può essere il bullo, il nerd sfigato, l'asociale, il
beta tester invincibile, il più forte di tutti, il bello dannato e
misterioso, il ragazzo gentile e premuroso, aitante e affascinante,
allegro e burlone, solitario, tormentato, il rubacuori, l'ingenuo, il
fidanzato perfetto e innamorato, il padre affettuoso (?), il fratello
amorevole, l'hacker e chi più ne ha più ne metta.
Poi abbiamo Asuna, il suo corrispettivo
femminile. Una tsundere. Anche lei la vediamo un attimo prima
sfoderare la spada con coraggio, un attimo dopo farsela addosso e
quello dopo ancora la troviamo in preda ad improbabili istinti
materni.
Tutti gli altri personaggi sono
indefiniti. La loro presenza, di media, non supera le due puntate,
rendendo così impossibile il coinvolgimento da parte dello
spettatore ai loro “drammi” o alla loro psicologia
(spicciola).
Anche qui etichette su etichette: Sachi
la timida, Silica la idol Lolita, Lisabeth l'estroversa, Yui la
bambina pura e ingenua (che in realtà è tale solo perchè ce lo
viene detto, dato che graficamente non le si dà meno di due anni di
differenza rispetto a Kirito), Klein il burlone scanzonato e via
dicendo.
E qui veniamo al punto due: il primo
arco narrativo di SAO comprende quattordici episodi che comprendono a
loro volta un certo numero di filler pressoché inutili. Vediamo
Kirito andarsene a spasso per il gioco, incontrare tipe che si
innamorano di lui, lui le aiuta facendo il piacione e naturalmente
non si accorge dei loro sentimenti. Per la maggior parte sono tutti
episodi auto-conclusivi, formula che trovo molto inappropriata se si
vuole sviluppare una trama coerente in così poche puntate. Tutto
risulta frettoloso, forzato. Affezionarsi ai personaggi ci risulta
impossibile, ma ci risultano improbabili anche le loro reazioni.
Le tipe si innamorano follemente di
Kirito in tempi record, tanto da piangere e stare male per lui dopo
mezz'ora dal loro incontro.
Asuna e Kirito si affezionano a Yui in
otto secondi netti, tanto da volerla adottare e farsi chiamare 'mamma
e papà', sebbene, ad occhio, non abbiano più di cinque anni di
differenza rispetto a lei. Yui recupera la memoria senza alcun motivo
scatenante e trenta secondi dopo sparisce tra fiumi di lacrime... e
tu rimani lì, perplesso a guardare questo teatrino senza capo né
coda mentre Kirito si improvvisa super hacker della situetion e
Asuna pensa ad avere una casa, un cane e cinque bambini.
Le componenti che ci riportano al gioco
(il completare i livelli, i boss, le quest) sono costrette a poche
scene, surclassate da ampi spazi dedicati a cucina, pesca, tanto
amore e pomiciate in campagna.
Il finale, personalmente, trovo rasenti
il ridicolo. L'unico tizio che è stato in grado di sconfiggere
Kirito (solo perchè era immortale, sennò figuriamoci...) in realtà
altro non è che Akihiko, creatore folle di SAO, che nel momento in
cui viene smascherato da 'Kirito super detective', decide di
evitargli una ventina di livelli e finire lì il gioco perchè sì. E
da lì ai minuti avvenire sarà la fiera dei cliché.
Ma veniamo all'ultimo punto.
Come detto in quello precedente, la
narrazione è frettolosa, o comunque gestita male. Invece di
sbatterci episodi filler per far sembrare Kirito sempre più
Gary-Stu, potevano benissimo concentrarsi sulla trama principale e
sugli approfondimenti psicologici, grandi assenti. Vabbè.
Il grande problema di SAO è che manca
di empatia. I sentimenti dei personaggi non sono in alcun modo
trasmessi con fatti e/o situazioni, non sono tangibili.
I giocatori, rinchiusi in SAO,
rischiano ogni giorno la vita. Se schiatti nel gioco, una scossa ti
frizza il cervello anche nella realtà tramite il casco della consol.
Ma la paura della morte, in SAO, non si sente minimamente. Vediamo
Sachi che dice “Ho paura di morire”, un paio di suicidi, ma per
il resto l'atmosfera è allegra e scanzonata. Fino agli ultimi
episodi, nessuno si preoccupa più di tanto del loro corpo lasciato a
marcire nella realtà, dei loro familiari, degli anni di vita che
stanno perdendo. Ogni tanto qualcuno ci ricorda, sempre a parole, che
ha paura, che è uno schifo, ma finita lì.
Kirito, che dall'accaduto con la gilda
dei Gatti Neri dovrebbe essere rimasto traumatizzato, ci dice che non
vuole vedere più nessuno morire a causa sua e che quindi continuerà
il gioco da solo. Peccato che da solo non lo vedremo mai e che il
massimo del suo tormento interiore, in tutta la serie, saranno
due-tre flash back di Sachi che schiatta.
Tutti i personaggi dicono di aver
bisogno di ritrovare il calore umano della vita vera, ma anche qui
sono solo parole. Difatti pare che i personaggi si tengano ben
lontani dai contatti con la realtà, tanto da non fare mai
riferimenti al loro pasato, alla loro famiglia e, addirittura, Asuna
e Kirito riveleranno rispettivamente i loro veri nomi solo sul punto
di morte (Che poi morte non è).
Yui afferma di essersi voluta
avvicinare ai protagonisti perchè sono due giocatori speciali, che
non vivono d'angoscia ma di amore e serenità. Onestamente, a parte
quei due tizi che si sono suicidati e qualche parola che ci ricorda
che non è tutto rosa e fiori, personaggi diversi da Asuna e Kirito
non ne ho visti. Mi sembrano quasi tutti piuttosto beati: chi fa il
barista, chi ha la sua bancarella al mercato, chi costruisce armi,
chi fa le gare di pesca, chi si sposa...
Nonostante le evidenti lacune del primo
arco, SAO risulta comunque un anime carino, guardabile. Certo, non
memorabile come molti sostengono, ma lo si può vedere
tranquillamente, così, una puntata ogni tanto quando non si ha di
meglio da fare.
Il vero problema arriva nel secondo
arco: illogico, insensato e imbarazzante.
Se già nella prima parte si potevano
notare le solite trovate commerciali che strizzano l'occhio agli
otaku, (inquadrature ammiccanti, il nerd sfigato che non solo è
pieno di tipe, ma è pure il più forte e figo di tutti, la lolita,
la tsundere, l'harem, istigazione alla lacrima facile...) nella
seconda abbiamo un'apoteosi di questi elementi: il triangolo amoroso,
il SisCon e il BroCon, tettone, situazioni ecchi, tentacoli e tentati
stupri...mancava solo lo shonen ai ed eravamo apposto.
Dopo il risveglio di Kirito da un coma
durato due anni, facciamo la conoscenza di Sogu, sua sorella/cugina
che oh, udite udite, è anche lei innamorata del nostro protagonista.
Asuna, non si sa come, è rimasta
imprigionata in un altro gioco, Alfheim, assieme ad altri trecento
giocatori di SAO. A parte che sia Asuna che Kirito dovrebbero essere
morti, come è possibile che i giocatori siano stati trasferiti da un
gioco ad un altro? Ora, io non sono pratica di cose informatiche e mi
scuso se sto usando termini impropri, ma per portare i dati da un
server all'altro, significa che i produttori di Alfheim sono entrati
in SAO, tanto da poter persino sapere in che momento il gioco è
stato completato, dato che i trecento giocatori sono stati portati
nell'altro mondo non prima e non dopo la sconfitta del boss Akihiko.
Quindi, se era possibile entrare nei server e nel sistema, perchè
nessuno ha mai manomesso le impostazioni di SAO? E Akihiko dove
minchia si nascondeva che in due anni nessuno è riuscito a sbatterlo
in galera e tutto il resto? Manco Bin Laden!
Ma soprattutto, tutto il casino di Alfheim, a cosa serviva, esattamente? Per leggere nei cervelli di quattro nerd sfigati e capire la psiche umana? Ma...eh?
Ma soprattutto, tutto il casino di Alfheim, a cosa serviva, esattamente? Per leggere nei cervelli di quattro nerd sfigati e capire la psiche umana? Ma...eh?
Comunque, davvero, questo sarebbe il
meno dei mali.
Ebbene sì, Kirito appena scopre che la
sua Asuna è rinchiusa in questo nuovo gioco, non esita mezzo secondo
prima di rimettersi il casco in testa e ripartire all'avventura. Ma
quello che mi turba non è tanto Kirito che pare non aver subito
nessun trauma dell'esperienza passata, in fondo si rifionda nei
giochi on-line per salvare l'amata, diciamo che è giustificato. La
cosa sconcertante è che la sorella/cugina, durante il coma del
fratello dovuto ai videogiochi, svolazzasse beata con il suo avatar
Lyfa in Alfheim.
Cioè...non so, se mia sorella fosse in
coma per via della Xbox, non è che mi vado a comprare una Wii perchè
tanto è sicura e non manda in coma anche me. Personalmente proverei
un certo odio verso le aziende videoludiche, non so voi.
Fato vuole che, non solo Yui riapparirà
in versione mignon sotto forma di 'Pixie' in Alfheim, non solo tutta
la super potenza di Kirito in SAO verrà trasferita nel suo nuovo
personaggio sempre per strani discorsi sui server, ma ovviamente
Kirito e Lyfa, avatar di Sogu, si incontreranno e faranno ovviamente
squadra. Peraltro, non so come Lyfa non riesca ad accorgersi che
Kirito è il fratello...i capelli in su e le orecchie a punta devono
averla depistata.
Così abbiamo una Sogu innamorata del
fratello nel mondo reale e una Lyfa innamorata di Kirito in quello
virtuale. Perfetto.
Oltre a non capire il perchè del
passaggio da SAO ad Alfheim quando si poteva far svolgere il tutto in
un solo arco e magari renderlo meno frettoloso e più approfondito,
la serie perde completamente di credibilità.
In primo luogo perchè nel momento in
cui la morte non è più un problema per i giocatori, dato che in
Alfheim si può morire e scollegarsi tranquillamente, la cosa diventa
ridicola.
Ma l'assurdità più grande di tutte è
sentire i personaggi crederci davvero un botto! Kirito che dice a
Lyfa: “Non mi puoi seguire, è troppo pericoloso”, o Lyfa a
Kirito con le lacrime agli occhi :“Non puoi andare da solo,
potresti morire! Io non voglio!” fa veramente ridere e cascare le
braccia allo stesso tempo. Embè? Se crepa si ricollega e ciao, dove
sta il problema? Ce li fanno pure vedere i personaggi che muoiono e
ritornano più frizzanti e bulli di prima. Cosa vi turba,
esattamente?
Peraltro, Kirito all'inizio è
fogatissimo, oltre ad essere l'unico al mondo a non cominciare un
gioco da niubbo.
Deve correre a salvare Asuna in cima
alla torre, non c'è tempo, dice...Peccato che poi lo vediamo
svolazzare, cazzeggiare qui e là, salvare gli amichetti di Lyfa
perchè, paradossalmente, pare si tema la morte più qui che si può
morire che in SAO dove, se crepavi, crepavi davvero.
Poi possiamo assistere alla delirante
dichiarazione d'amore di Sogu per il fratello, ma lui, anche davanti
agli evidenti disturbi mentali della sorella/cugina (considerando che
hanno scoperto di essere cugini solo due anni prima, non tiratemi
fuori che fra cugini non è incesto) non perde il suo charme da
perfetto cavaliere, tanto da intraprendere assurdi discorsi su come
sia dispiaciuto per averla trascurata.
Ma la chicca è il finale.
Il nostro Kirito senza macchia e senza
paura giunge finalmente dall'amata, la libera e bam, arriva il
cattivo psicopatico, immobilizza tutti e tenta di stuprare Asuna.
Eh, bel problema, adesso. Kirito è
immobilizzato, Asuna è mezza nuda...come ce la sbrighiamo, qui? Oh,
niente paura! Una visione mistica di Akihiko, il creatore di SAO,
appare al nostro trepidante eroe come se fosse la madonna di Lourdes
. Gli dice “Guarda che sei troppo bullo per finirla così” e
Kirito conferma, alzandosi di scatto e, non si sa come né perchè,
riattiva l'IP del personaggio di Akihiko in SAO, diventa
amministratore di Alfheim e fa il culo a tutti.
Asuna torna nel mondo reale e si
risveglia informissima e con un'acconciatura impeccabile, Kirito ha
altre visioni di Akihiko che gli dice cose assurde per tentare di
giustificare il miracolo appena avvenuto, ma manco il nostro super
protagonista lo capisce bene.
Ultimo atto eroico nella vita reale e
via, vissero felici e contenti giocando tutti assieme
appassionatamente ai giochi on-line.
Fratello e sorella danzano nei cieli di
Alfheim, e a scuola Asuna e Kirito slinguano sulle panchine.
Boh.
A parte che non concepisco come si
possa dare un voto superiore al 'sette' a quest'opera, rabbrividisco
nel leggere le recensioni che lo proclamano “l'anime dell'anno” o
addirittura “il migliore di sempre”.
Per quanto la prima parte si possa
definire persino 'carina', nel complesso non è proprio nulla di che.
Certo, in confronto ad alcuni anime partoriti recentemente, in
effetti fa la sua figura, ma questo solo perchè in giro c'è della
roba veramente vergognosa.
Onestamente non lo consiglio né agli
amanti dei fantasy né a quelli degli VMMORPG. Lo trovo più indicato
per chi ama le storie d'amore, gli harem e le 'giapponesate'.
Tutti gli altri...bè, guardatelo se
volete, non fa così tanto schifo, ma non aspettatevi il tanto
proclamato capolavoro. Se volete perdere venti minuti in
spensieratezza e non siete molto esigenti (nel senso che non vi
disturbano particolarmente le incongruenze nella storie), è l'anime
giusto per voi.