mercoledì 20 febbraio 2013

Recensione Sword art online.


Della prima parte di 'Sward art on-line' si è già abbondantemente parlato, tuttavia non si può parlare della seconda se prima non si fa un passo indietro.
Premetto che non amo né i fantasy, né i VMMORPG, o come diavolo si chiamano. In ogni caso, in passato alcune serie a tema fantasy erano riuscite a catturare la mia attenzione, cosa che SAO non ha fatto.
Cercherò di essere sintetica il più possibile: SAO, personalmente, penso sia un anime tendente allo shojo, con vaghe componenti fantasy. Ambientato sì in un gioco, ma che altro non è che uno slice of life.
Principalmente, nella prima parte, ho riscontrato tre grosse pecche:
1-I personaggi.
2-la narrazione frettolosa.
3- tante parole, pochi fatti.
I personaggi non hanno un carattere, bensì delle etichette. Kirito è l'eroe indiscusso. Non perde, non demorde, è il fulcro della vicenda e dell'attenzione di coloro che lo circondano. In base alle circostanze e alle situazioni in cui si ritrova, Kirito può essere il bullo, il nerd sfigato, l'asociale, il beta tester invincibile, il più forte di tutti, il bello dannato e misterioso, il ragazzo gentile e premuroso, aitante e affascinante, allegro e burlone, solitario, tormentato, il rubacuori, l'ingenuo, il fidanzato perfetto e innamorato, il padre affettuoso (?), il fratello amorevole, l'hacker e chi più ne ha più ne metta.
Poi abbiamo Asuna, il suo corrispettivo femminile. Una tsundere. Anche lei la vediamo un attimo prima sfoderare la spada con coraggio, un attimo dopo farsela addosso e quello dopo ancora la troviamo in preda ad improbabili istinti materni.
Tutti gli altri personaggi sono indefiniti. La loro presenza, di media, non supera le due puntate, rendendo così impossibile il coinvolgimento da parte dello spettatore ai  loro “drammi” o alla loro psicologia (spicciola).
Anche qui etichette su etichette: Sachi la timida, Silica la idol Lolita, Lisabeth l'estroversa, Yui la bambina pura e ingenua (che in realtà è tale solo perchè ce lo viene detto, dato che graficamente non le si dà meno di due anni di differenza rispetto a Kirito), Klein il burlone scanzonato e via dicendo.
E qui veniamo al punto due: il primo arco narrativo di SAO comprende quattordici episodi che comprendono a loro volta un certo numero di filler pressoché inutili. Vediamo Kirito andarsene a spasso per il gioco, incontrare tipe che si innamorano di lui, lui le aiuta facendo il piacione e naturalmente non si accorge dei loro sentimenti. Per la maggior parte sono tutti episodi auto-conclusivi, formula che trovo molto inappropriata se si vuole sviluppare una trama coerente in così poche puntate. Tutto risulta frettoloso, forzato. Affezionarsi ai personaggi ci risulta impossibile, ma ci risultano improbabili anche le loro reazioni.
Le tipe si innamorano follemente di Kirito in tempi record, tanto da piangere e stare male per lui dopo mezz'ora dal loro incontro.
Asuna e Kirito si affezionano a Yui in otto secondi netti, tanto da volerla adottare e farsi chiamare 'mamma e papà', sebbene, ad occhio, non abbiano più di cinque anni di differenza rispetto a lei. Yui recupera la memoria senza alcun motivo scatenante e trenta secondi dopo sparisce tra fiumi di lacrime... e tu rimani lì, perplesso a guardare questo teatrino senza capo né coda mentre Kirito si improvvisa super hacker della situetion e Asuna pensa ad avere una casa, un cane e cinque bambini.
Le componenti che ci riportano al gioco (il completare i livelli, i boss, le quest) sono costrette a poche scene, surclassate da ampi spazi dedicati a cucina, pesca, tanto amore e pomiciate in campagna.
Il finale, personalmente, trovo rasenti il ridicolo. L'unico tizio che è stato in grado di sconfiggere Kirito (solo perchè era immortale, sennò figuriamoci...) in realtà altro non è che Akihiko, creatore folle di SAO, che nel momento in cui viene smascherato da 'Kirito super detective', decide di evitargli una ventina di livelli e finire lì il gioco perchè sì. E da lì ai minuti avvenire sarà la fiera dei cliché.
Ma veniamo all'ultimo punto.
Come detto in quello precedente, la narrazione è frettolosa, o comunque gestita male. Invece di sbatterci episodi filler per far sembrare Kirito sempre più Gary-Stu, potevano benissimo concentrarsi sulla trama principale e sugli approfondimenti psicologici, grandi assenti. Vabbè.
Il grande problema di SAO è che manca di empatia. I sentimenti dei personaggi non sono in alcun modo trasmessi con fatti e/o situazioni, non sono tangibili.
I giocatori, rinchiusi in SAO, rischiano ogni giorno la vita. Se schiatti nel gioco, una scossa ti frizza il cervello anche nella realtà tramite il casco della consol. Ma la paura della morte, in SAO, non si sente minimamente. Vediamo Sachi che dice “Ho paura di morire”, un paio di suicidi, ma per il resto l'atmosfera è allegra e scanzonata. Fino agli ultimi episodi, nessuno si preoccupa più di tanto del loro corpo lasciato a marcire nella realtà, dei loro familiari, degli anni di vita che stanno perdendo. Ogni tanto qualcuno ci ricorda, sempre a parole, che ha paura, che è uno schifo, ma finita lì.
Kirito, che dall'accaduto con la gilda dei Gatti Neri dovrebbe essere rimasto traumatizzato, ci dice che non vuole vedere più nessuno morire a causa sua e che quindi continuerà il gioco da solo. Peccato che da solo non lo vedremo mai e che il massimo del suo tormento interiore, in tutta la serie, saranno due-tre flash back di Sachi che schiatta.
Tutti i personaggi dicono di aver bisogno di ritrovare il calore umano della vita vera, ma anche qui sono solo parole. Difatti pare che i personaggi si tengano ben lontani dai contatti con la realtà, tanto da non fare mai riferimenti al loro pasato, alla loro famiglia e, addirittura, Asuna e Kirito riveleranno rispettivamente i loro veri nomi solo sul punto di morte (Che poi morte non è).
Yui afferma di essersi voluta avvicinare ai protagonisti perchè sono due giocatori speciali, che non vivono d'angoscia ma di amore e serenità. Onestamente, a parte quei due tizi che si sono suicidati e qualche parola che ci ricorda che non è tutto rosa e fiori, personaggi diversi da Asuna e Kirito non ne ho visti. Mi sembrano quasi tutti piuttosto beati: chi  fa il barista, chi ha la sua bancarella al mercato, chi costruisce armi, chi fa le gare di pesca, chi si sposa...

Nonostante le evidenti lacune del primo arco, SAO risulta comunque un anime carino, guardabile. Certo, non memorabile come molti sostengono, ma lo si può vedere tranquillamente, così, una puntata ogni tanto quando non si ha di meglio da fare.
Il vero problema arriva nel secondo arco: illogico, insensato e imbarazzante.
Se già nella prima parte si potevano notare le solite trovate commerciali che strizzano l'occhio agli otaku, (inquadrature ammiccanti, il nerd sfigato che non solo è pieno di tipe, ma è pure il più forte e figo di tutti, la lolita, la tsundere, l'harem, istigazione alla lacrima facile...) nella seconda abbiamo un'apoteosi di questi elementi: il triangolo amoroso, il SisCon e il BroCon, tettone, situazioni ecchi, tentacoli e tentati stupri...mancava solo lo shonen ai ed eravamo apposto.
Dopo il risveglio di Kirito da un coma durato due anni, facciamo la conoscenza di Sogu, sua sorella/cugina che oh, udite udite, è anche lei innamorata del nostro protagonista.
Asuna, non si sa come, è rimasta imprigionata in un altro gioco, Alfheim, assieme ad altri trecento giocatori di SAO. A parte che sia Asuna che Kirito dovrebbero essere morti, come è possibile che i giocatori siano stati trasferiti da un gioco ad un altro? Ora, io non sono pratica di cose informatiche e mi scuso se sto usando termini impropri, ma per portare i dati da un server all'altro, significa che i produttori di Alfheim sono entrati in SAO, tanto da poter persino sapere in che momento il gioco è stato completato, dato che i trecento giocatori sono stati portati nell'altro mondo non prima e non dopo la sconfitta del boss Akihiko. Quindi, se era possibile entrare nei server e nel sistema, perchè nessuno ha mai manomesso le impostazioni di SAO? E Akihiko dove minchia si nascondeva che in due anni nessuno è riuscito a sbatterlo in galera e tutto il resto? Manco Bin Laden!
Ma soprattutto, tutto il casino di Alfheim, a cosa serviva, esattamente? Per leggere nei cervelli di quattro nerd sfigati e capire la psiche umana? Ma...eh?
Comunque, davvero, questo sarebbe il meno dei mali.
Ebbene sì, Kirito appena scopre che la sua Asuna è rinchiusa in questo nuovo gioco, non esita mezzo secondo prima di rimettersi il casco in testa e ripartire all'avventura. Ma quello che mi turba non è tanto Kirito che pare non aver subito nessun trauma dell'esperienza passata, in fondo si rifionda nei giochi on-line per salvare l'amata, diciamo che è giustificato. La cosa sconcertante è che la sorella/cugina, durante il coma del fratello dovuto ai videogiochi, svolazzasse beata con il suo avatar Lyfa in Alfheim.
Cioè...non so, se mia sorella fosse in coma per via della Xbox, non è che mi vado a comprare una Wii perchè tanto è sicura e non manda in coma anche me. Personalmente proverei un certo odio verso le aziende videoludiche, non so voi.
Fato vuole che, non solo Yui riapparirà in versione mignon sotto forma di 'Pixie' in Alfheim, non solo tutta la super potenza di Kirito in SAO verrà trasferita nel suo nuovo personaggio sempre per strani discorsi sui server, ma ovviamente Kirito e Lyfa, avatar di Sogu, si incontreranno e faranno ovviamente squadra. Peraltro, non so come Lyfa non riesca ad accorgersi che Kirito è il fratello...i capelli in su e le orecchie a punta devono averla depistata.
Così abbiamo una Sogu innamorata del fratello nel mondo reale e una Lyfa innamorata di Kirito in quello virtuale. Perfetto.

Oltre a non capire il perchè del passaggio da SAO ad Alfheim quando si poteva far svolgere il tutto in un solo arco e magari renderlo meno frettoloso e più approfondito, la serie perde completamente di credibilità.
In primo luogo perchè nel momento in cui la morte non è più un problema per i giocatori, dato che in Alfheim si può morire e scollegarsi tranquillamente, la cosa diventa ridicola.
Ma l'assurdità più grande di tutte è sentire i personaggi crederci davvero un botto! Kirito che dice a Lyfa: “Non mi puoi seguire, è troppo pericoloso”, o Lyfa a Kirito con le lacrime agli occhi :“Non puoi andare da solo, potresti morire! Io non voglio!” fa veramente ridere e cascare le braccia allo stesso tempo. Embè? Se crepa si ricollega e ciao, dove sta il problema? Ce li fanno pure vedere i personaggi che muoiono e ritornano più frizzanti e bulli di prima. Cosa vi turba, esattamente?
Peraltro, Kirito all'inizio è fogatissimo, oltre ad essere l'unico al mondo a non cominciare un gioco da niubbo.
Deve correre a salvare Asuna in cima alla torre, non c'è tempo, dice...Peccato che poi lo vediamo svolazzare, cazzeggiare qui e là, salvare gli amichetti di Lyfa perchè, paradossalmente, pare si tema la morte più qui che si può morire che in SAO dove, se crepavi, crepavi davvero.
Poi possiamo assistere alla delirante dichiarazione d'amore di Sogu per il fratello, ma lui, anche davanti agli evidenti disturbi mentali della sorella/cugina (considerando che hanno scoperto di essere cugini solo due anni prima, non tiratemi fuori che fra cugini non è incesto) non perde il suo charme da perfetto cavaliere, tanto da intraprendere assurdi discorsi su come sia dispiaciuto per averla trascurata.
Ma la chicca è il finale.
Il nostro Kirito senza macchia e senza paura giunge finalmente dall'amata, la libera e bam, arriva il cattivo psicopatico, immobilizza tutti e tenta di stuprare Asuna.
Eh, bel problema, adesso. Kirito è immobilizzato, Asuna è mezza nuda...come ce la sbrighiamo, qui? Oh, niente paura! Una visione mistica di Akihiko, il creatore di SAO, appare al nostro trepidante eroe come se fosse la madonna di Lourdes . Gli dice “Guarda che sei troppo bullo per finirla così” e Kirito conferma, alzandosi di scatto e, non si sa come né perchè, riattiva l'IP del personaggio di Akihiko in SAO, diventa amministratore di Alfheim e fa il culo a tutti.
Asuna torna nel mondo reale e si risveglia informissima e con un'acconciatura impeccabile, Kirito ha altre visioni di Akihiko che gli dice cose assurde per tentare di giustificare il miracolo appena avvenuto, ma manco il nostro super protagonista lo capisce bene.
Ultimo atto eroico nella vita reale e via, vissero felici e contenti giocando tutti assieme appassionatamente ai giochi on-line.
Fratello e sorella danzano nei cieli di Alfheim, e a scuola Asuna e Kirito slinguano sulle panchine.
Boh.
A parte che non concepisco come si possa dare un voto superiore al 'sette' a quest'opera, rabbrividisco nel leggere le recensioni che lo proclamano “l'anime dell'anno” o addirittura “il migliore di sempre”.
Per quanto la prima parte si possa definire persino 'carina', nel complesso non è proprio nulla di che. Certo, in confronto ad alcuni anime partoriti recentemente, in effetti fa la sua figura, ma questo solo perchè in giro c'è della roba veramente vergognosa.
Onestamente non lo consiglio né agli amanti dei fantasy né a quelli degli VMMORPG. Lo trovo più indicato per chi ama le storie d'amore, gli harem e le 'giapponesate'.
Tutti gli altri...bè, guardatelo se volete, non fa così tanto schifo, ma non aspettatevi il tanto proclamato capolavoro. Se volete perdere venti minuti in spensieratezza e non siete molto esigenti (nel senso che non vi disturbano particolarmente le incongruenze nella storie), è l'anime giusto per voi.


Recensione Btoom, bè dai!

Faccio una premessa un po' lunghina, abbiate pazienza. Da circa cinque-sei anni non riesco ad appassionarmi quasi a nessun prodotto proveniente dal Sol Levante. Leggo manga da sedici anni e, ormai, trovare qualcosa che mi aggrada è un'impresa più unica che rara. Certo, complici sono vari fattori, fra cui: la nostalgia per gli anime/manga degli anni '90; non ho mai soldi e rispetto a sei-sette anni fa posso permettermi di comprare sempre meno roba e di conseguenza diminuisce anche il materiale che posso valutare; i prezzi dei fumetti sono triplicati, lo stile dei Giapponesi è sicuramente cambiato (tutto quel moe, fanservice gratuito, copie su copie, stereotipi su stereotipi nipponici, dialoghi assurdi, personaggi improbabili, storie infinite, preferiscono la commercializzazione alla qualità); infine, negli anime spesso i sub sono fatti da cani e in generale mi distraggono dal seguire la storia.
Insomma, con gli anni sono diventata un po' 'gnègnè'. Eppure non mi sento esigente. Da un anime richiedo poche cose: intrattenimento, una trama avvincente, non necessariamente complessa, che fili liscia, senza buchi né falle, senza brodi allungati all'infinito, una narrazione chiara e coincisa che non rischi di farmi addormentare fra una puntata e l'altra. E' chiedere tanto? A me sembra il minimo! Odio ritrovarmi a pensare durante la lettura/visione cose come: "Ma cosa fa? Ma perché? Ma come parla? Ma cosa è successo? Cosa mi sono persa? Ma cosa c'entra? Ma che noia!".

"BTOOOM!" intrattiene, e stranamente lo fa bene. Sfido chiunque, a prescindere che gli piaccia o meno la serie, ad annoiarsi guardandolo. Una puntata tira l'altra, la narrazione fila veloce, chiara, con un ritmo dinamico, così come le animazioni e i graditi colpi di scena. Certo, probabilmente è una storia senza pretese, senza particolari fronzoli, è introspettiva quanto basta, interessante quanto basta, né più né meno. Le tematiche sono sì delicate, ma effettivamente non particolarmente originali, tuttavia sono trattate in modo da tenerti incollato allo schermo. Onestamente preferisco la semplicità (o la banalità, se preferite) elaborata in maniera esemplare rispetto a quelle trame dove si tenta in ogni modo di fare qualcosa di innovativo esasperando temi ricercati in maniera improbabile, confusionaria, ostentando reazioni umane che non stanno né in cielo né in terra e rendendo il tutto ridicolo ed esagerato. Tutto questo solo per istigare alla lacrimuccia facile, come piace tanto ai Giapponesi ultimamente.

Per quanto riguarda Sakamoto, il protagonista, è un ragazzo di ventidue anni. Non studia, non lavora, passa le giornate a giocare a BTOOOM!, gioco in cui eccelle a livello nazionale. Si rifugia nella vita virtuale per scappare da quella reale, per non affrontare una situazione familiare che non è nemmeno così disastrosa, ma che non accetta (peggiorando così le cose). Sakamoto non vuole adattarsi alla società, non vuole crescere e diventare un adulto. Inoltre, un ventiduenne nullafacente sarebbe considerato un "problema" qui da noi, figurarsi in Giappone! "Banale, il solito otaku sfigato", direte voi. Be', ritengo che se si vuole avere un minimo di empatia, allora è inutile cercare di dare quel "qualcosa in più" ai personaggi rendendoli fin troppo sopra le righe, assurdi e impossibili da potercisi immedesimare. Non è neanche giusto cadere nello stereotipo, per carità, ma Sakamoto è un personaggio comune, un individuo che possiamo riconoscere nella nostra attuale società. Inoltre non mi sono mai ritrovata a pensare che le sue reazioni fossero forzate. Sakamoto si ritrova da solo in un'isola deserta con una borsa piena di bombe e un tizio che vuole farlo fuori a colpi di granate. È un ragazzo che non ha mai voluto affrontare la vita reale e all'improvviso è costretto a dover combattere innanzitutto contro uno che lo vuole uccidere senza un apparente motivo e in secondo luogo contro la propria etica e il fardello di aver dovuto spegnere una vita. E a un certo punto non si parla più di morale, ma della propria morale. Lui non vuole uccidere perché è sbagliato, ma perché sente che è sbagliato per se stesso. Riscopre così il valore della propria vita e di quella altrui, ormai dimenticato dietro a una console e al suo fittizio mondo perfetto. Allo stesso tempo vuole sopravvivere a quell'inferno. 

Io non l'ho interpretato come "il protagonista sfigato che diventa figo". L'unico aspetto figo è il fatto che, una volta resosi conto di trovarsi in una versione reale di BTOOoM!, egli riesca ad applicare nella realtà le strategie del gioco per portarle a suo vantaggio. 
Per il resto Sakamoto cambia, sì, ma è un cambiamento più fine, dovuto alla circostanza estrema in cui si trova e alle persone che lo circondano. Ritrova se stesso, il contatto con le persone, trova una nuova motivazione di vita, fiducia, si rende conto del tempo perso e degli errori fatti nel passato con le persone che lo circondavano. Non diventa un figo, è solo un ragazzo che prima non si voleva bene, ma che con grande volontà d'animo, l'aiuto dei suoi nuovi compagni e una riscoperta voglia di vivere, riesce a lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato che gli hanno condizionato la vita e lo hanno reso quello che era. Insomma, si ritrova in circostanze che lo costringono finalmente a crescere.

Per quanto riguarda Himiko, la protagonista femminile, non è che proprio la ami, eh! A primo impatto quello che ci viene in mente è che sia stata piazzata lì giusto per mostrarci le mutande e qualche capezzolo. Be', sì, in parte è anche vero. Tuttavia, incredibilmente non è un personaggio inutile e ha una storia molto interessante - un po' come tutti gli altri protagonisti che, non per niente, sono stati scelti a partecipare al gioco per un motivo preciso.
Nonostante le immagini ingannevoli, il fanservice non è affatto eccessivo, pesante o fuori luogo. Be', sì, salvo per un paio di occasioni davvero ridicole, ma nel complesso non intacca la visione dell'anime, secondo me.
I combattimenti inoltre sono belli, veloci, ma non messi lì a casaccio. Riescono a rendere perfettamente la tensione del momento. Lo svolgimento offre un sacco di spunti che incuriosiscono lo spettatore e che lo spingono a proseguire, compreso il finale che ti fa venire una voglia matta di scoprire quello che succederà.

"BTOOOM!" non è perfetto, magnifico né meraviglioso, tuttavia, come ho già detto sopra, intrattiene in modo egregio, fresco. Non sarà mai un capolavoro, ma si lascia guardare così dannatamente bene. Non spicca sicuramente per originalità, né per tematica né per personaggi, ma non è importante, nel complesso. L'unica grande pecca, per me, è che è davvero troppo, troppo simile a "Battle Royale". BR è insormontabile, siamo tutti d'accordo, credo. Insomma, BR ci bastava e avanzava, e forse non avremmo voluto che questo manga (o romanzo, se preferite) divenisse lo spunto per un ormai discreto numero di altre serie, alcune meglio riuscite, altre peggio ("Mirai Nikki"... coff, coff). Alcune situazioni e alcuni personaggi mi ricordano infinitamente BR e, boh, mi spiace che nel 2012 per creare un anime decente si debba andare a scopiazzare da una cosa creata quindici anni fa.
Per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. "BTOOOM!" mi ha fatto ricordare quei bellissimi anime che guardavo il martedì sera su MTV: mai stupidi, mai banali, ma allo stesso tempo semplici, coinvolgenti, divertenti, piacevoli, a volte con temi forti e che ti facevano venire una voglia matta di vedere cosa sarebbe successo negli episodi a seguire, ma anche quelli di Italia1, che magari non eccellevano per contenuti, ma sapevano emozionarti e incuriosirti almeno un po'. Chiamatela "nostalgia canaglia", ma "BTOOOM!" mi ha riportato a quei tempi felici. Probabilmente si meriterebbe un voto più basso, oggettivamente parlando, ma siccome per me trovare un anime che mi offra del sano e puro intrattenimento fine a se stesso senza sfociare nel nonsense è diventato una rarità, gli do un bel otto. Ha tutto quello che un anime nella media dovrebbe avere, secondo me. Purtroppo di questi tempi non è più così scontato. Inoltre anche a livello tecnico l'anime è molto buono (forse il chara design pecca un tantino).
Spero esca presto la seconda serie. 

giovedì 14 febbraio 2013

[K] anime project, merdata come poche.

Mi trovo davvero in difficoltà a recensire questo anime. Non che ultimamente i giapponesi stiano partorendo chissà quali grandi capolavori, ma con "[K]" ,a mio parere, si arriva davvero a livelli di bassezza epocali.
Ho iniziato a guardarlo perché in questi giorni la mia home di facebook pullulava di commenti positivi su questo prodotto.
La prima cosa che ho pensato, dopo solo pochi minuti di visione, è stata: "Benvenuta nella fiera degli stereotipi nipponici e delle reazioni improbabili."
Siccome non so davvero da dove cominciare e se dovessi descrivere la trama probabilmente basterebbero due righe, mi sento in dovere di farvi un breve riassunto degli episodi introduttivi, giusto per capire l'andazzo.

Iniziamo dicendo che nei primi minuti possiamo riconoscere un Roy Mustang (che in realtà altro non è che il "re blu") con gli occhiali e una Riza (braccio destro del re) che ogni santa volta che sta per sferrare un attacco, ci mostra in sequenza prima il sedere e poi le tette. (Solo io ho notato la somiglianza con questi due personaggi di FMA? Pure le divise ci somigliano un botto!)
Così, ad una prima occhiata, veniamo invasi da una mandria di bei ragazzi efebici ed una bambina vestita da lolita...mmmmh! Sembra davvero innovativo!
Già da subito c'è da mettersi le mani nei capelli: Il protagonista, Yashiro, ci si presenta mentre scrocca beatamente il pranzo a tutti i suoi compagni di classe che, molto felicemente (non è ironico), adorano offrirglielo. Soprattutto Kukuri, la ragazza innamorata di lui, tanto che lo insegue per tutta la scuola pur di offrirgli le proprie verdure.
Dopodiché, il nostro Yashiro (Shiro, per gli amici) se ne va sul terrazzo a colloquiare con un gatto antropomorfo e ad urlare verso il nulla: "Adoro il Giappone!".
Bon, abbiamo capito che il protagonista non ha tutte le rotelle a posto, ma andiamo avanti.
Kukuri gli chiede di fare delle commissioni per roba di scuola e lui,con aria svampita, parte assieme al gatto attaccato alla spalla...tra l'altro,vorrei far notare che Shiro e il felino sbattono le palpebre in sincrono.
All'improvviso arriva un tizio sullo skate armato di mazza da baseball che vuole fargli la festa. Shiro scappa tra la folla, naturalmente senza mai perdere di vista le buone maniere, però. Infatti, per farsi strada tra le persone, ha la premura di chiedere sia "scusa" che "permesso": Eccerto! Se uno ti insegue per spaccarti il cranio a mazzate, il tuo primo pensiero è chiedere permesso! Se proprio devi chiedere qualcosa in una circostanza del genere, quella cosa dovrebbe essere una richiesta d'aiuto! Anche se, effettivamente, non è che neanche i passanti fossero troppo svegli! Non so, c'è uno che viene inseguito da un uomo armato, potreste tipo...aiutarlo? Chiamare la polizia? Bah.
Fatto sta che si arriva al classico ed immancabile vicolo cieco che mette la parola "fine" ad ogni inseguimento che si rispetti. Il nostro eroe e il gatto antropomorfo (che gli è rimasto attaccato alla spalla per tutto il tempo, ovviamente) sono nei pasticci, ma niente paura! Dal cielo cade la copia sputata di Kanda di D.gray man con tanto di Katana, (ma con i poteri che sono un misto fra quelli di Lucy di Elfen Lied e quelle mani gommose da lanciare che si trovavano nelle patatine negli anni 90.) afferra il nostro Shiro come se fosse una principessa in pericolo...e via! Verso nuove avventure! Un balzo felino e ci ritroviamo sopra ad un palazzo belli e al sicuro.
Allora, fate attenzione: Uno sconosciuto ti salva la vita, sei stato inseguito da un pazzo furioso a cavallo di uno skate...se tu fossi una persona normale dovresti essere almeno sotto shock, ma Shiro no! Ringrazia il suo eroe non tanto per avergli salvato la pelle, ma bensì per averlo portato nei pressi della stazione!
Ma no, incredibile! Pare che pure l'eroe lo voglia fare a fettine e, per non farci mancare nulla, accusa Shiro di omicidio mostrandogli un video che lo ritrae mentre spara ad un tizio. Nel festival delle reazioni impossibili, naturalmente non può non esserci il commento idiota del protagonista che, a sua discolpa, risponde con un: "Oh, sì, sembra proprio che quello sia io".
COSAAAA? Ma sei scemo? Ma non ti sconvolge neanche un po', la cosa? Cioè, ti ha mostrato un video dove ammazzi una persona, lo sta persino mandando in onda su un maxi schermo al centro della città e , infine, ha pure tutte le intenzioni di farti fuori!
Ma dato che la demenza qui non ha limiti, Shiro non insiste neanche tanto per discolparsi e si defila con una storiella che manco un bambino di tre anni ci avrebbe creduto.
Riparte l'inseguimento e Shiro pensa di tornarsene a casa indossando un costume da animaletto, così, per passare inosservato. Da bravo anime stereotipato quale è, il gatto antropomorfo si trasforma senza alcun motivo in una tettona rigorosamente nuda (e la cosa sconvolge il protagonista molto, ma molto di più dell'essere accusato di omicidio e minacciato di morte), ma che strano! Una donna-gatto! Non si era proprio mai vista, prima! Perfetto, abbiamo una mascotte odiosa e del fanservice assicurato per il resto degli episodi in un un unico personaggio.
Mentre dei loschi figuri mettono una taglia sulla testa di Shiro, Kukuri non esita a condurre un perfetto sconosciuto appena incontrato per strada (il sosia di Kanda) davanti alla casa del protagonista. A questo punto, il nostro samurai della mutua fa un salto di circa venti metri facendo capolino nella casa di Shiro direttamente dal balcone. L'amica svampita assiste all'impresa inumana senza batter ciglio, anzi, nota che il ragazzo ha dimenticato di portarsi appresso la borsa.
CHE??? Un tizio ha fatto un salto di sei piani come niente e tu pensi: "Oh che sbadato, si è dimenticato qui la borsa" ???
Riparte l'ennesimo inseguimento. Oh, già, Shiro mentre viene inseguito da uno che lo vuole fare in mille pezzettini a colpi di katana, si preoccupa prima di non far andare in giro nuda la donna-gatto e successivamente di raccogliere dei mandarini fatti cadere di mano ad una tipa dopo esserle andato a sbattere contro.
Eh, sì, chi non penserebbe a raccogliere le arance mentre viene inseguito da un killer!?
Ma tranquilli, perchè tutta la faccenda finisce a tarallucci e vino...letteralmente.
Nel terzo episodio, il finto Kanda che si fa chiamare "Cane nero" (Yatogami Kuroh, per gli amici), decide di introdurci finalmente un pizzico di trama...ma proprio un pizzico, che non sia troppa, mi raccomando! Scopriamo che il bullo con lo skate del primo episodio fa parte di un clan chiamato "HOMRA" ed è stato mandato ad ammazzare Shiro perché si presume abbia ucciso uno dei loro membri. Ci dice inoltre che ci sono ben sette clan contraddistinti da sette colori diversi e comandati dai rispettivi sette re. Questi re, oltre a possedere incredibili poteri, farebbero in qualche modo girare il mondo socio-economico-politico e Shiro sarebbe il successore del "re incolore". Peccato che il precedente "re incolore" abbia ordinato a Kuroh, suo unico sottoposto, di far fuori il nuovo sovrano nel caso costui fosse stato un malvagio.
Ma a questo punto Shiro s'offende! Eh, no! Lui non è malvagio! E con il rossore sul viso giura che dimostrerà la propria innocenza!
Alla buon ora, dico io...
Intanto Kuroh si eccita a riascoltare la voce registrata del precedente "re incolore".

Giuro che ora non vi spoilererò più niente, anche se il riassumervi i primi tre episodi non lo considero spoiler, al massimo un avvertimento a lasciarli perdere.
Da qui in poi si possono vedere pseudo scenette di vita scolastica, Kuroh che non perde occasione di dimostrare a tutti quanto sia una brava massaia (con tanto di kit da cucina e cucito sempre a portata di mano) e Shiro che cerca di dimostrare la propria innocenza in maniera piuttosto ridicola.
Nel frattempo, il "re rosso" e il "re blu" continueranno a bisticciare dal primo all'ultimo episodio senza un apparente motivo. Pare che il loro sia in un rapporto di rivalità/amicizia, ma non ci è dato sapere né il come né il perché.

È davvero difficile parlare della storia, nel complesso. Fate conto che comincia a prendere una minima piega solo verso il sesto episodio.
Tutto rimane in sospeso, compresi i rapporti fra i personaggi, i loro ruoli, la loro psicologia.
Gli elementi che ci vengono forniti finiscono per essere surclassati da un continuo inserimento di nuove informazioni, senza venire però mai approfondite, spiegate, finendo così accumulate in una catasta di questioni irrisolte. Tutto ciò che accade o viene detto è un dato di fatto: è così e basta.
Persino il colpo di scena nella puntata sette è fine a se stesso.
La narrazione è lenta per più della metà degli episodi, anzi, direi che fino al sesto non succede proprio niente! Si riprende un po' sul settimo, per poi ritornare lenta e noiosissima tra il nono e il decimo. Solo verso l'undicesimo pare che gli sceneggiatori si ricordino di doverci mettere un po' di trama e di azione...peccato sia un po' tardino dato che, in totale, di puntate ne abbiamo tredici!
L'introduzione è la più disastrosa che io abbia mai visto. Trovo davvero scandaloso che per ben tre episodi non si accenni quasi per nulla alla storia. L'amnesia non mi basta come scusa, onestamente.

Il protagonista è illogico, svampito. È impossibile immedesimarcisi, credo. Tutto quello che dice, fa o pensa non ha alcun senso e l'empatia va ai minimi storici. Di lui non conosciamo niente e, per assurdo, più si va avanti e meno se ne capisce. In ogni caso, bisogna dire che Shiro è in buona compagnia dato che, in definitiva, non si sa nulla di nessuno dei personaggi, né principali né secondari.
Insomma, esattamente chi sarebbero questi re? Qual è la loro storia? E i loro poteri? Non mi bastano un paio di flash back riparatori buttati lì a casaccio giusto per farmi esclamare un:"Ah... ok" e nulla più.

Questo anime non conosce la parola "approfondimento".
La caratterizzazione dei personaggi è spicciola e stereotipata, le loro reazioni non stanno né in cielo né in terra, oltre ad essere troppo spesso ingiustificate.
I combattimenti sono graficamente bellissimi e animati da Dio, peccato che siano più simili a dei balletti che a delle scene di lotta.
Ritengo "[K]" un'accozzaglia di scenette senza senso da commediuncola giapponese, cose viste e riviste e scopiazzate pure male. Un anime che strizza l'occhio alle fanciulle assetate di shonen ai, ma che l'occhietto lo strizza pure ai ragazzi, infatti tette e culi femminili abbondano.
Il fanservice non è dei più esasperati, lo ammetto, ma forse invece che piazzare una tetta o dei ragazzi che si guardano languidi con le gote arrossate qui e là, sarebbe stato meglio tentare di sviluppare qualcosa di sensato e coerente.

In definitiva, per me questo anime è solo grafica e aspetto tecnico. Penso che l'unico modo per goderselo sia mettere il muto e non leggere i sottotitoli.
Gli spunti per qualcosa di carino ci sarebbero anche se non fossero sparsi qua e là, spiegati malamente e superficialmente. La narrazione, per questo motivo, risulta essere davvero difficile da seguire e poco scorrevole.
Il finale è frettoloso, non poteva essere altrimenti dato che per dieci episodi si è assistito praticamente al nulla cosmico, ma ciò nonostante è noioso fino alla morte. Quello che doveva essere un colpo di scena sull'identità di Shiro, in barba a tutti gli spettatori, alla fine penso non abbia stupito proprio nessuno. Anzi, ti rendi persino conto che quello straccio di storia su cui ti eri aggrappato con le unghie e con i denti... alla fine non serviva a niente. E boh, in sostanza il cattivo cosa e chi sarebbe?
Poi vogliamo parlare delle pistole che sbucano da non si sa dove?
Ah, quasi dimenticavo che possiamo assistere addirittura una comparsata di Gollum, giusto per completare il quadro dell'originalità.

Ammetto di aver visto tutti gli episodi solo per prendermi lo sfizio di scrivere questa recensione, ma la voglia di stopparlo era già alta alla fine del primo.
Un po' mi sono ricreduta, andando avanti. L'inizio è davvero orrendo e, tutto sommato, continuando a guardare, un paio di episodi li ho trovati persino guardabili...se non fossero contornati da tutti i difetti che ho elencato qui sopra.
Insomma, manca tutto, mancano i fondamentali, le basi. Per un buon prodotto non bastano animazioni spettacolari e fanservice, mi spiace.
Lo consiglio giusto alle ragazze a cui piace fantasticare sugli amori fra bei ragazzi, tutti gli altri credo possano tranquillamente evitarlo. Evitarlo come la peste.